Goodbye Millemiglia…..

Il mio articolo più personale di sempre, più difficile, doloroso da scrivere, e probabilmente da comprendere. Ho voluto condividere con voi per la prima volta qualcosa di me, e per una curiosa coincidenza avviene nel mese nel quale ho avuto il record di visite di sempre del mio blog: 10.234 volte GRAZIE!

Per me il mese di maggio è sempre stato come il mese di dicembre per i bambini. Non aspettavo per un anno intero Babbo Natale, ma aspettavo un anno intero metà maggio. Non aspettavo la mattina di Natale con ansia per scartare i regali (che in genere erano sempre macchine telecomandate, da modello, fino al Camper delle Micromachines – chi è nato negli anni ’90 sono sicuro se lo ricorderà).
Io aspettavo metà maggio perché era il mese della Millemiglia.

Aspettavo con ansia quei tre giorni per andare a camminare e perdermi alla Fiera di Brescia, come un bambino al Toys Center. Camminavo sognando tra le macchine d’epoca. Guardavo i controlli, mi specchiavo nei riflessi dei paraurti tirati a lucido, inalavo l’odore di benzina e olio, e, soprattutto, aspettavo con ansia la mattina della partenza, per essere messo sulle ginocchia di mio nonno che ogni anno puntualmente correva con la Jaguar XK120.

E aspettavo con altrettanta ansia di tornare seduto su quelle gambe sudatissime la notte dell’arrivo a Brescia…e sognavo…..sognavo un giorno di farlo anche io. Di essere io al suo posto a correre e arrivare senza voce, col volto segnato dalla stanchezza.

Per me la Millemiglia è sempre stato, anche da grande, l’appuntamento sul calendario annuale. Quel week-end non c’erano pioggia, febbre, malattie, lavoro che tenessero: io dovevo essere là. Alla partenza. Anche quando nonna era gravemente malata e mio nonno decise di non correre; anche quando lavoravo il week-end per pagarmi l’università e le uniche ferie che mi prendevo durante l’anno erano quei due giorni.

Nel Maggio del 2015 poi è arrivata la chiamata da Jaguar UK che, memore l’anno prima dei miei tweet e grazie a un giornalista inglese caro amico, mi invitò come ospite durante tutta la corsa.
La chiamata arrivò la domenica prima della partenza (il martedì) e non dimenticherò mai quel “Hi, this is Annah from Jaguar UK” mentre ero ancora a letto e pensavo fosse uno scherzo (frase scontata che dicono tutti, ma stavo davvero per riattaccare e rimettermi a dormire!).

Da quell’esperienza come ospite, con il team, nove auto in gara, e persone squisite che trovate in queste foto è iniziato anche il mio viaggio da blogger. Vinsi un jaguaro d’argento per il Best Use Of Social Media, un premio che Amanda Stretton (poi spiego chi è) e i dirigenti Jaguar insieme a un giovanissimo Joshua Sellers – Digital Manager di Jaguar Global, che ancora oggi mi scrive sui social chiamandomi “my boy” anche se ora lavora altrove – inventarono apposta per me.

Mi sono sentito come uno del team nonostante fossi l’unico estraneo a quel jet set. E non lo dico per paraculaggine, perché avevo le mie “Charlies Angels” che mi tenevano l’ombrello, mi scortavano nei ristoranti in pausa pranzo, o dopo la fine della giornata di gara, o perché all’arrivo e durante le soste avevo i meccanici che sistemavano l’auto o, ancora, avevo l’XJ limo ad attendermi a ogni fine gara e portarmi in hotel, ma per il calore che quelle persone mi hanno dato nonostante non fossi letteralmente nessuno. Un quasi operaio Brembo capitato lì per caso.

La cenerentola la cui zucca era una D-Type.

All’arrivo della Millemiglia quell’anno incontrai anche una persona a cui vanno tutte le colpe se mi sono messo a fare tutte queste prove con le macchine, viaggi, blog ecc… Lei dice che la stavo per buttare fuori strada durante un sorpasso, io dico che erano lei e Cesare Fiorio che andavano troppo piano e stavano in mezzo alla strada rallentandoci nel Chianti.
Non posto la foto, anzi l’antesignano dei selfie, che ci siamo scattati all’arrivo dandoci appuntamento su Twitter, ma lei sa che le sarò sempre grato anche se ultimamente ci vediamo poco per impegni reciproci.

Un po’ come 007, anche io posso dire di avere avuto la mia “M”.

Da allora è partito il mio sogno fatto di cose inimmaginabili tra test drive nazionali, internazionali, prove, altre gare d’epoca e viaggi da sogno. E ogni anno sempre puntuale a quell’appuntamento che per me era la Millemiglia, con l’accredito stampa e il viaggio al seguito della carovana.
Anche l’anno scorso, durante un periodo per me molto difficile, ero là; ma non ho postato nulla perché avrei voluto godermela.

Tre settimane fa durante l’e-Prix di Roma, ospite di Jaguar, ho rivisto Amanda Stretton, dopo due anni dall’ultimo incontro a Goodwood. Se alla Millemiglia presentava sui social Jaguar le auto d’epoca in corsa alla Millemiglia, questa volta l’ex pilota inglese che ha corso a Le Mans (mica una da niente), presenta da due anni la Formula E con Jaguar Racing.
Amanda mi ha dato un lunghissimo abbraccio. Abbiamo ricordato i vecchi tempi e anche questa volta, nonostante fossi il pivello dei giornalisti, mi ha portato nel team per due giorni, come fossi uno di loro, e insieme abbiamo festeggiato la prima vittoria di sempre di Jaguar in Formula E.

Il suo abbraccio mi ha smosso qualcosa che da mesi tenevo lontano per motivi personali. Amanda ha abbracciato Luca, non @luca_thecarguy. Luca. Il ragazzo selfmade che ha conosciuto qualche anno fa. Luca, che nell’ultimo anno aveva smesso di essere una macchina da guerra andando a caccia di sogni con le ruote e un motore, per una serie di problemi personali e incontri sfortunati.

Luca, con tutti i suoi centomila difetti, maniaco della precisione, dall’ironia british e cinico come pochi, ma che sa sempre trovare il lato ironico delle cose. Luca, che non è in difetto per non essere all’altezza di qualcuno, perché tutti siamo abbastanza alti moralmente e umanamente, semplicemente in modi diversi: in difetto è chi si sente superiore.

Amanda ha rivisto e mi ha aiutato a rivedere Luca, che era alla Millemiglia 2015, e nel 2018 si è un po’ perso schiacciato dagli eventi.

E dopo la Formula E, tra un volo e l’altro in aeroporto, mi sono fermato a pensare a qualcosa che quest’anno ho voluto tenere lontanissimo da me: il calendario con l’attesa della Millemiglia.
E quella domanda alla quale diplomaticamente glissavo da qualche mese tra i miei follower incontrati per strada o a eventi o da addetti ai lavori; quella domanda che quasi nemmeno ascoltavo: “ma quest’anno che fai alla Millemiglia?”.

E lì, seduto al gate A35 dell’aeroporto di Fiumicino, mi sono dato la risposta: quest’anno non ci sarà nessuna Millemiglia. Non ci sarò. Non sarò alla partenza. Non sarò all’arrivo. Non ci ho pensato. Non l’ho atteso. Ho cestinato le mail di invito e i comunicati stampa. Quest’anno per me ricco di dolore, lotte, rinascita e grandi cambiamenti negli ultimi mesi, non avrà la Millemiglia.

L’anno scorso sono andato alla Millemiglia per la prima volta per piacere e non per lavoro. Ho voluto far vivere a una persona la vera Millemiglia; quello spirito che fin da bambino mi pervadeva; l’adrenalina della corsa, della gente lungo le strade di Radicofani e della Toscana, della mia Bergamo, il salutare i bambini in cui mi rivedevo tanto a bordo strada, la gioia e la stanchezza dell’arrivo dopo tanto guidare, il perdersi con i roadbook, il guidare su e giù dalla Futa a cannone ecc…..
Quest’anno tutto questo non ci sarà, per una debolezza mia. Sono umano e purtroppo ho permesso a una persona alla quale tenevo e con la quale ho voluto condividere una delle cose a me più care e ricche di ricordi, di rovinarmi il mio evento dell’anno sul calendario.

Si è chiuso un cerchio e si è chiuso di nuovo con Jaguar, alla Formula E e con Amanda.
Mi costa. Piango mentre lo scrivo, ma grazie all’abbraccio di Amanda ho capito che quel cerchio, iniziato quattro anni fa, si chiude qui. Purtroppo amaramente.

Vorrei tanto, ma non posso. Il mio sogno che avevo fin da bambino, regalatomi da mio nonno; l’appuntamento che aspettavo come si aspetta Babbo Natale (in fondo anche il colore della Millemiglia è il rosso), si è rotto, ferendomi.

Non è un addio, credo, ma un arrivederci a tra un po’.

Poi magari all’ultimo mi chiama Annah e affronterò anche questo, ma scherzi a parte….

Ciao Millemiglia, sei e sarai sempre la corsa più bella del mondo…..e prima o poi tornerai a esserlo anche per me.

@luca_thecarguy

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