Cassazione: droghe leggere | #PerMeèNo

Sì, sono andato a scuola dalle suore e sono bacchettone. Anzi no, fortunatamente la brutta esperienza dalle suore mi ha insegnato a ragionare con la mia testa, sempre e comunque e non giudicare chi crede, chi non crede, o altro. Quello sta nella sfera privata delle persone e io non sono nessuno per giudicare, fino al momento nel quale non si limita la mia libertà o la si mette a rischio. Odio chi giudica e si vuole fare i cavoli miei e di conseguenza non giudico altri.

Premesso questo, proprio nella sfera privata e personale cade la sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito che “coltivare marijuana in casa in piccole quantità e per uso personale non costituisce reato”.
In molti mi hanno chiesto un parere e sui social sono stato invitato a schierarmi pro o contro e a firmare appelli. Mi sono informato con un amico avvocato, Glauco, e mi sono fatto una mia idea. Non la metterei sui social se non pensassi che in fin dei conti coinvolga anche chi guida tutti i giorni o semplicemente va a piedi.

Prima la spiegazione da secchioni:

“Le sentenze della Cassazione non hanno valore vincolante se non per il procedimento giudiziario per il quale vengono emesse.
Però le sentenze della Corte di Cassazione a sezioni unite sono molto autorevoli e rappresentano la cosa più vicina a dei precedenti vincolanti, prevista dall’ordinamento italiano. È probabile, quindi che questa sentenza sarà seguita d’ora in avanti dai giudici che dovranno decidere sullo stesso tema.”

In pratica non sarà legge, mancano ancora le motivazioni della sentenza del 19 Dicembre, però sarà influente sui processi futuri.

E allora penserete? “Che sarà mai una canna ogni tanto, fattela anche tu e rilassati”.

No, non sono d’accordo. Un via libera di questo tipo, anche se in piccole quantità – “da non condividere con conviventi o amici” – (ma chi ci crede) – e tutte le foglie alle quali vogliamo attaccarci – secondo me è pericoloso perché dà via libera a quello che già di fatto fa molta gente che conosco (e non critico) “una cannetta e via”.

Il problema, però, nasce quando per questa simpatica sentenza passa il messaggio, come di fatto è, che coltivare erba non sia reato. E va bene. Ma chi garantisce che sono tutti abbastanza svegli e con cervello per non mettersi alla guida nelle ore dopo essersi fatti una canna, piuttosto che aver anche bevuto due bicchieri?

Nessuno. E se mettiamo caso questa persona, che chiamo addirittura Luca, si mettesse alla guida e si schiantasse contro una pianta? “Che coglione, gli sta bene”, penseremmo.
E se Luca coinvolgesse altre auto, piuttosto che pedoni o ciclisti o quel che è? Se ci scappasse il morto? Beh, in quel caso mi dice Glauco “rimarrebbe l’omicidio colposo, ma un bravo avvocato potrebbe far cadere l’aggravante dell’uso di droghe”.

Per me è no. Perché qualcuno di voi mi ha scritto raccontando la sua storia per cui qualcuno gli è andato addosso una notte, probabilmente sotto effetto di droghe leggere e alcol. Se ne è andato a casa e ciao. Chi mi ha raccontato questa storia sta ancora aspettando migliaia di euro di risarcimento.

Sarò bacchettone, ma dell’ignoranza generale per cui ci sentiamo tutti superuomini che “ma io reggo non ho effetti”, non mi fido.

@luca_thecarguy

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