Finale di stagione ! C You Soon

Ebbene è arrivato il momento dei saluti! Sì, non mi sono rincoglionito, li faccio al 7 Gennaio perché le mie “vacanze” forzate dai social iniziano oggi, ma prometto che cercherò di farle durare il meno possibile. Avrei tantissime cose da dire, ma, o faccio una stagione di una serie Tv, o faccio ottocentomila stories su Instagram.
Per risparmiarvi tutto (pure se avete paragonato le mie Stories a Un Posto al Sole, come l’appuntamento serale col divano per rilassarsi e farsi una risata), ho deciso di scrivere ed essere bre….ve…ciaone !
Non faccio mai bilanci di fine anno, perché come mi piace ricordare, il bello e il brutto di un anno non saranno spazzati via in una notte.

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Per chi ha iniziato a seguirmi nell’ultimo anno. Nel 2018 ho avuto un lungo stop per un problema personale, che non renderò pubblico al momento, nonostante pettegolezzi e curiosità. E’ stato un anno difficile, che mi ha segnato e cambiato profondamente, in meglio.
Il mio 2018 è iniziato col botto con la presentazione della Urus e un viaggio a Parigi alla scoperta di come sono studiati gli interni di un’auto nei minimi dettagli. Ed è continuato subito dopo, con un viaggio di due settimane in Inghilterra e Galles a bordo di un Aston DB11 col V12!
Ho guidato su una spiaggia lunga 12 km nel sud del Galles (dove solo Top Gear aveva avuto accesso) e ho camminato sulla pista più antica del mondo.

Al rientro, purtroppo, mi sono dovuto fermare per un problema di salute, quelli che possono capitare a qualunque essere umano, anche se molti mi vedono tipo Superman. E’ stata dura, anche se non ho mai postato un secondo di quei mesi. Durante quel periodo ho deciso di fare dei cambiamenti e fatto un Master in Comunicazione, con la testa altrove e il mio peso che precipitava senza che me ne accorgessi. Ho voluto comunque seguire la Millemiglia, il mio evento del cuore – tipo la macchinina da modello che tutti teniamo ancora nella nostra camera – , fatto una prova di un’auto su sette passi alpini in un giorno e una gara d’epoca.
E lì ho dato tutto. Senza dire a nessuno cosa stessi passando. Studiando la notte nella casa in cui stavo a Milano, e vincendo insieme ai miei compagni di Team, il miglior progetto di comunicazione per il lancio di una nuova auto, oggetto della tesi.

Non avevo più forze, anche se all’epoca non me ne rendevo conto. E il mio peso precipitava sempre di più. Ci ho messo un po’, ma lentamente, a dicembre 2018, sono tornato a provare auto inventandomi la formula dei test drive sotto forma di Stories. L’unica cosa che potessi fare vista la possibilità limitata di muovermi a lungo.

2019 – CHE BOMBA!

Fine del Flashback – torniamo al 2019 – Ho usato la mia idea di raccontare la mia vita sull’auto in prova attraverso le Stories fino allo scorso aprile, quando lentamente sono tornato a lavorare, lasciando il mio posto fisso in una multinazionale che fa componenti per auto.
E così ho deciso di intraprendere la strada di libero professionista alla quale ho dedicato molti chilometri e molto tempo. Sempre nel digital, ma questa parte sta lontano dai miei social, sui quali vedete solo la mia passione per i motori. Ho sospeso la parte di long-test delle auto, iniziato a scrivere per un quotidiano nazionale e ho ripreso a viaggiare. Mi ricordo ancora il primo viaggio che ho accettato di fare, a Courmayeur, con Jaguar, il brand al quale sono così tanto legato fin da bambino e l’incontro tre anni dopo con Amanda!

Da lì è stato un crescendo, tra impegni lavorativi che aumentavano e viaggi per provare auto e non solo. Non contento mi sono messo pure a seguire dei festival musicali, dove ho conosciuto lei: Romina Falconi, la mia bucatrice di ruote preferita come la chiamo io. Romina è stata per me una rivelazione. Una persona conosicuta per caso sui social, che scrive testi affilati come lame, che a confronto Jack lo Squartatore era un chierichetto. La mia bucatrice di ruote preferita – appunto – e spero la sola!!!:-)

Sono stato a Roma alla Formula E, pieno di dubbi e scetticismi e praticamente ho provato solo auto elettriche da lì in poi. Ho pianto dicendo un arrivederci, perché proprio non ce la facevo ad andare, alla Millemiglia. Ho fatto un superviaggio alla scoperta delle cave di marmo in Toscana (e non finirò mai di ringraziare il mio follower Maicol per questo).
Durante quel viaggio ho capito di essere ritornato “in forma” o che comunque mi sentivo le forze per riprendere a premere sull’acceleratore dopo il lungo stop. Così; abbastanza inconsapevolmente e inconsciamente come diceva chi “Luca è troppo presto”, “Luca ha la faccia stanca”, “Luca deve rallentare, si riposi”.
No. Io volevo fare. A testa bassa come avevo sempre fatto. Quel “Luca-voglio-posso” – come dicono alcuni amici – doveva tornare. Avevo voglia e bisogno di farlo. Tra un viaggio e l’altro, nelle Marche, a Francoforte, a Monaco, Bruxelles, Parigi, Düsseldorf, di nuovo Monaco e Francoforte, facevo pure l’altro lavoro, e non contento, nel mezzo ho pure voluto fare un corso a Bologna per avere la certificazione internazionale di Digital Marketing Manager e mi sono messo ad andare allo stadio con Volvo, automotive sponsor di Atalanta quando potevo.
Ci sono andato una volta accettando un invito. Nello Skybox, una specie di terrazzino con interno che affaccia sul campo e detto da uno che non capiva nulla di calcio, ho pensato “però, figo sto posto”. Così ho proposto di regalare sui social i biglietti. E quando potevo tra uno degli ottomila impegni e lo studio di notte, andavo allo stadio per vedere l’Atalanta. Alla fine mi sono appassionato. Ed è stato ed è bello dare a qualcuno l’opportunità di fare un’esperienza che costa come metà stipendio di noi comuni mortali!
47 aerei, 7 giorni su 7 di lavoro, un giorno e mezzo di vacanza in otto mesi, nottate insonni per incastrare tutto, perché alla fine sono un maniaco della precisione, anche se ammetto che ho imparato che non posso fare tutto bene.
Dalla Formula E, alla Formula 1; dalla mia prima anteprima internazionale con Honda, a un viaggio bellissimo che avete visto sulle Stories in Provenza con Continental (a loro vanno le mie scuse perché non sono stato puntuale su un paio di cose).
Ho corso. Senza sosta. Perché ne avevo bisogno, per me. Perché stare fermo a casa a Bergamo, mi riportava a quei mesi terribili nei quali ero stato fermo.
Ho postato un accenno a tutto ciò solo lo scorso luglio, dopo una giornata in una spiaggia deserta nelle Marche da solo, e aver guardato una foto che mi ero scattato chiedendomi “ma davvero sono io?”. Non mi ero reso conto di aver rimesso quei chili in pochi mesi.
Mi sono commosso al mio primo Gran Premio di Formula 1 in Belgio, dopo che senza nemmeno rendermene conto, avevo intervistato Verstappen e Leclerc. Mi sono emozionato dopo aver intervistato Luca De Meo a Barcellona, uno dei manager più importanti dell’automotive e sul quale cinque anni prima avevo fatto un pezzo di tesi. Mi è sembrato un sogno.
Insomma ho fatto un botto di robe che nessuno si sarebbe mai aspettato visto come stavo e ora devo pensare a cosa fare nel 2020!

FINALE – CON COLPI DI SCE-M-A!

E ora come ogni mid-season di una serie tv americana nella pausa invernale, è arrivato il momento di chiudere con un colpo di scena – anzi più di uno.
Non tutto è risolto, ahimè.
Se è vero che mi sono rialzato, sto meglio, ho ripreso chili, ieri mi è partito il bottone dei pantaloni e devo rifarmi il guardaroba, e fatto più di tutto quello che potessi mai immaginare…non sono ancora in forma al 100%. Quindi ho promesso di fermarmi per un po’ – anche se sono così convinto di riuscire a farlo.
Non tutto passa in uno 0-100; ma mi posso dire soddisfatto e non devo dire grazie a nessuno, al massimo qualche vaffanculo col cuore.
Cito @therealbrown che mi ha rubato la battuta: chiudo i conti una volta per tutte con queste sfighe e poi torno in modalità carro armato con le ottocentomila idee che ho per la testa da realizzare!

Non so cosa farò nel 2020. Se viaggerò ancora così tanto, se ce la farò, se aggiungerò le moto. Se starò in Italia o andrò all’estero. Al momento non lo so.
Come dice Romina “è un marchio a fuoco tutto il mio passato…ho visto già l’abisso…ma non mi importa di tutto il resto”. Ora. Non voglio fare la vittima. So benissimo di essere fortunato e so anche il mazzo che mi sono fatto per arrivare dove volevo e anche oltre. So altrettanto bene, che ci sono cose ben peggiori di quello che è successo a me.
So altrettanto bene, però, che ognuno ha i suoi segni e cicatrici, fuori e dentro. Per qualcuno sono stupidate, per qualcun altro sono dolenti. Come tutti, e ne ho conosciuta di gente che ha sofferto e non ce l’ha fatta – anche io ho le mie cose da risolvere o perlomeno arginare, una volta per tutte.
C’è chi pensa che abbia il padre condannato a dieci anni, con 10 milioni da restituire; chi pensa abbia conti all’estero; chi fa pettegolezzi sul mio stato di salute; chi spara minchiate su abuso di farmaci e via dicendo; se ne dicono di ogni. Non voglio rispondere.

Ho la certezza, però, che i motori, nella mia vita ci saranno sempre e appena potrò vi “porterò con me” in nuovi viaggi e prove. Sto già ragionando, programmando, pure ora mentre scrivo sto mezzo mattone russo (per lunghezza e non pallosità spero). Punto a usare questo stop per mettermi davanti a una grande parete bianca ed elaborare tra puntine rosse collegate da fili di lana – tipo CIA- il mio piano per il 2020.
Quindi ok mi fermo un attimo ma.…toneranno i long-test sulle Stories!

E ora chiudo con quella che è la versione automobilistica di quel “dai goditi la vita che poi magari muori, e vivi al massimo da qui fino ai crisantemi”, sempre di Romina, che è stata il mio mantra durante l’estate e la ripresa.

C’è un momento in cui a 7.000 giri al minuto tutto svanisce. La macchina diventa senza peso. Scompare. Resta un corpo che attraversa lo spazio e il tempo. È a 7.000 giri al minuto che l’incontri. È là che ti aspetta….


E ora con i miei +16,8 kg in più in 14 mesi (!!!), mi ritiro tipo Mina per un po’. Uno dei punti fissi e al quale lavorerò in questo tempo sarà fare un raduno con tutti voi, auto e sponsor. Una roba fatta bene. Avevo promesso di cercare di farlo prima del 31 ottobre, ma impegni lavorativi non me l’hanno permesso. Appena riaprirà il percorso che ho in mente di fare sarà fatto e spoiler (è dietro alle mie spalle in questa foto).

Infine, come sono cambiato io in tutti questi viaggi, aerei e corse, anche questo blog cambierà. Come?
Prima di tutto cambierà nome! L’anno scorso scrissi che avrei lasciato The House Of Cars in custodia a Luca (autore delle foto delle prove che vedete) ed Ermanno (grande appassionato e competente). Le cose sono andate diversamente e di comune accordo abbiamo deciso di separarci.
Appena lo registro vi dirò il nome nuovo!

“E’ un po’ come nell’evoluzione della vita: si aprono continuamente nuove strade da esplorare, basta avere coraggio”

PS: Ho programmato di mettere delle stories e alcune cose che non vi ho mai raccontato quest’anno. Quindi ok mi fermo, ma starò tra le scatole!

Mi scuso se ho dimenticato qualche esperienza fatta o di citare qualcuno, ma vi ricordo davvero tutti. Tutti i messaggi, le richieste di consiglio, le critiche, le rotture di balle…insomma tutto.

Non amo le festività quindi lo posto oggi. Sono al reincarnazione del Grinch anche se di verde ho solo gli occhi…e vabbè anche il conto!

Vi auguro il 2020 che desiderate!

Abbiate coraggio, sognate sempre, sognate in grande, perché i sogni piccoli sono facili da realizzare. Chi si accontenta rode e io sono un comunissimo ragazzo che faceva i turni in fabbrica per pagarsi l’università.

Fine del sermone. Andate e #ComprateAutoFullOptional o vi vengo a prendere uno per uno!

Ah, ma che auto ho comprato io? Vi do un indizio: ha dettagli esterni in carbonio vero! #STAYTUNED

@Luca_thecarguy

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