Seat Tarraco: una spagnola che parla tedesco

É arrivata sul mercato italiano la Seat Tarraco, una nuova declinazione della piattaforma MQB di Volkswagen che, tanto per fare un esempio, è la stessa di Tiguan Allspace e Skoda Kodiaq. Ma avevamo davvero bisogno di una vettura simile? Partiamo dal principio. Con la piattaforma MQB il gruppo Volkswagen è stato in grado di massimizzare vendite e produzione abbattendo drasticamente i costi di sviluppo. Questo tipo di piattaforma montata dalla Tarraco viene utilizzata dalla Golf al Caddy, in varie declinazioni tra cui quest’ultima denominata LWB. Questa scelta si è rivelata un’ottima arma in un mercato così affollato, permettendo ai tedeschi di competere in ogni settore.
La nuova Seat Tarraco ne è la dimostrazione, perché nonostante VW avesse delle vetture praticamente identiche, ha prodotto il suv a marchio Seat  che va a posizionarsi in cima alla sua gamma, convinta che venderà abbastanza. Venerdì 22 Febbraio grazie all’evento organizzato da Seat Bergamo per la presentazione della nuova Tarraco, abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano il SUV del marchio “iberico”. La linea introduce i nuovi canoni stilistici che Seat riprenderà anche nei futuri modelli, senza rivoluzionare linee che hanno riscosso successo: un frontale spigoloso e allungato ingloba gli inconfondibili gruppi ottici full LED con la firma Seat. Si prosegue lateralmente con spigoli quasi muscolosi che donano alla Tarraco un aspetto compatto, merito anche dei grossi cerchi da 19” che a richiesta possono essere da 20”(è la prima Seat di sempre che può montare cerchi così grandi e sportivi).
Il posteriore della Seat Tarraco è meno esuberante, ma in linea con lo spirito generale della vettura, due fari molto simili a quelli già visti sul Tiguan, sono uniti da una striscia rossa che percorre tutto il bagagliaio, donandole un concetto stilistico che ricorda quanto visto su Macan, o su altre competitor coreane (vedi Kia Sportage che stiamo testando in questi giorni). Stona un po’ la parte bassa con le finte uscite degli scarichi che simulano un carattere sportivo assente nel DNA di questa Seat a carattere familiare e off-road.Gli interni della Seat Tarraco trasmettono la sensazione tipica che si ha salendo a bordo di auto tedesche, ovvero solidità. Tutto sembra essere al posto giusto e i comandi hanno un feedback piacevole. Belli i nuovi sistemi completamente digitali: il Virtual Cockpit da 10,25” che mostra qualsiasi tipo di informazione (ADAS compresi) e il display centrale da 8” dotato di tecnologia full-link per il funzionamento di Apple Car play e Android Auto. Scenografiche le gesture, che con un movimento della mano o delle dita permettono di svolgere alcune funzioni senza toccare il touchscreen. Non mancano inoltre le possibilità di scegliere diverse modalità di guida (Comfort, Eco, Sport, Individual a cui si aggiungono Off-road e Snow nelle versioni 4Drive) attraverso la rotella dei Drive Profile posizionata sul tunnel centrale. Molto utile la ricarica wireless che permette di ricaricare lo smartphone senza fili. Se sulla nuova Seat Tarraco alcuni particolari sono piacevoli alla vista e al tatto, come i sedili con la parte centrale in simil Alcantara e i LED su portiere e abitacolo che impreziosiscono l’ambiente, altri fanno storcere un po’ il naso. Su tutti il rivestimento della console centrale con una modanatura in legno che poco c’entra con il resto dell’ambiente moderno e la finitura sulla parte centrale delle porte in tessuto, rigido al tatto.
Non meno importante l’ultima fila di sedili, che com’è prevedibile, quando in uso, ruba spazio al bagagliaio, ma consente a questa Tarraco di poter contare su 7 comodi posti “limitati” soltanto dal tunnel centrale.
Con cinque posti invece la Tarraco ha un bagagliaio da record, con doppiofondo e utili reti fermacarico, che parte da 760 litri e arriva fino a 1920 litri con I sedili giù. Perfetto per una famiglia o per gli sportivi.

Sotto il cofano della Tarraco troviamo I noti motori del gruppo Volkswagen, benzina e diesel. 1.5 TSI da 150cv, senza la possibilità di montare il DSG; 2.0 TSI da 190cv con DSG e trazione 4drive e il classico 2.0 TDI da 150 o 190cv con DSG e 4Drive. Per pochi chilometri ho avuto modo di provare la 2.0 TDI 150cv 2wd in allestimento Xcellence, il più completo. Le sensazioni alla guida della Tarraco sono state positive e sincere come ci si aspetterebbe da un’auto a carattere familiare, simile in tutto e per tutto a quelle provate con vetture anche di classe superiore dello stesso gruppo. Ben fatto il cambio manuale dagli innesti corti e precisi, con un pedale della frizione solido ma morbido che da l’impressione di non affaticare neanche nel traffico.
Il motore diesel della Tarraco è silenzioso e fluido e fa il suo dovere anche se al primo impatto mi sembra leggermente pigro in ripresa; anche nella modalità Sport non sembrano esserci grandi differenze in termini di prestazioni e sensazioni.
Lo sterzo invece ha perso un po’ di quell’emozione e sportività per cui Seat si è caratterizzata negli ultimi anni: poco preciso e con un gioco troppo evidente nelle correzioni a media velocità.
Detto questo, la Seat Tarraco è un auto che nel complesso fa dimenticare le piccole sviste, anche considerando che il pubblico al quale è destinata ha esigenze e interessi, che mettono in secondo piano queste mancanze.Riprendendo la domanda iniziale, è una vettura di cui avevamo bisogno? Probabilmente no. E’ molto simile alla Tiguan Allspace di lato e al posteriore mentre all’anteriore…. manca un po’ di personalità, che invece ha la cugina Kodiaq, che è anche meglio rifinita. D’altronde la provenienza da, Wolfsburg quartier generale di VW, è evidente, e se da un lato è un bene, dall’altro è piuttosto penalizzante.

In fin dei conti il risultato non è male. I prezzi partono da poco meno di 30 mila euro a fronte di un ricco equipaggiamento, ma vi consiglio una visita sul configuratore Seat per scoprire come cucirvela addosso. 

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