ST, il Dna Focus elevato a potenza

Da piccolo andavo a scuola dalle suore e ricordo ancora quando la Madre Superiora non faceva che ripetere “SSSSSST”! per zittire noi bambini.
Da Allora “SSSSST” è sempre stata una delle “parole” onomatopeiche per me insopportabili.
Per fortuna però ci ha pensato Ford a farmi vedere sotto un’altra ottica “ST”, che avrà sì meno “S” del corrispettivo onomatopeico, ma ha anche un significato completamente opposto, e che mi è piaciuto parecchio.
ST sta infatti a significare Sport Tecnologies e identifica le versioni sportive dei modelli della casa dell’ovale blu (da poco è ritornato anche RS), preparate dal reparto Ford Performance, che è il nuovo team incaricato di sviluppare i modelli ad alte prestazioni di Ford.
Ci saranno riusciti? Dopo la presentazione, con un tweet al giorno sull’account @_BerLu, è il momento di scoprirlo nella prova completa!
Nelle due settimane trascorse in compagnia della Ford Focus ST, ho avuto l’occasione di testarla su tutti i percorsi che una berlina di taglia media in genere affronta: il tragitto casa-lavoro, il traffico cittadino e anche le gite fuori porta su strade tortuose che, dato il badge ST, sono il suo pane quotidiano.
Estetica
Confesso che appena ho ritirato l’auto ho avuto un secondo di perplessità, essendo io amante delle auto aggressive nelle linee, ma dai colori sobri.
Sulle linee, nulla da dire, anzi: il frontale è aggressivo ma proporzionato, con la presa d’aria estesa e una griglia a nido d’ape nero lucido su cui spicca il badge rosso ST.
Fari allo xeno dal taglio deciso, nervature marcate sul cofano e prese d’aria inferiori maggiorate, le danno il carattere che un’auto che vuole essere una hothatch deve, secondo me, avere.
Fiancata caratterizzata da linee tese, minigonne, passa ruota maggiorati, tetto arcuato e linea della fiancata che risale verso la coda, danno slancio, facendola sembrare una coupé, dalla lunghezza generosa. Il tutto fa il paio con cerchi 235/40 R18 bruniti con disegno dedicato.
Il posteriore invece è caratterizzato da linee arrotondate e da un grande spoiler alla sommità del lunotto, con i fanali che si allungano sulla fiancata e uno scarico centrale a doppio esagono unito nel mezzo.
Se le concorrenti puntano alla sobrietà, in Ford puntano sull’impatto estetico e con gli affinamenti estetici di questa Focus ST hanno fatto davvero centro.
C’è poi il colore dell’auto in prova “Tangerine Yellow”. Se sulle prime lascia un attimo sbigottiti, già dopo poche ore riesce a conquistare anche i più scettici (provare per credere).
Insomma: linee riuscite, frontale minaccioso e colore acceso. L’auto perfetta per non passare inosservati e attirare (davvero parecchi) sguardi. Goodbye sobrietà!
Interni:
Se all’esterno è l’aggressività delle linee a indicare la personalità della vettura, all’interno sono i sedili a suggerire che non ci si sta per sedere su una Focus qualunque: sedili Recaro in pelle totale nera, con cucitura ST in rosso, fianchetti e spalle pronunciati per contenere e avvolgere il corpo anche durante la guida sportiva, senza dimenticare la comodità con regolazioni elettriche e riscaldamento.
Classici, sulle Ford più sportive i tre strumenti aggiuntivi al di sopra della plancia che indicano la pressione del turbo, dell’olio e la temperatura di quest’ultimo.
C’è poi il badge ST piazzato un po’ovunque, dalla soglia delle porte con una bella retroilluminazione rossa, al volante appiattito in basso, allo schermo LCD tra la strumentazione.
Il logo viene ripetuto ben nove volte. Completano l’atmosfera sportiva i led bianchi e rossi.
In Ford però sono noti anche per le tecnologie riguardanti infotainment e sicurezza e quindi sopra al clima bizona (che funziona davvero bene) troviamo uno schermo da ben 8 pollici da cui è possibile gestire tutte le funzioni. 
E’ diviso in quattro menu: connettività dello smartphone, navigazione, musica e climatizzazione. 
Lo schermo, dai colori un po’ spenti, è di tipo touchscreen resistivo, perciò sulle prime va fatta un po’ pratica prima di riuscire a selezionare il comando in maniera corretta.
C’è però un tasto che si rivela un prezioso aiuto durante la guida e si trova tra i comandi sul volante della razza destra, il SYNC2. Premendo quel tasto sarà possibile parlare con la vettura e impartire qualsiasi comando relativo ai menu, vocalmente. 
Una volta lette le istruzioni per impartire i comandi nella maniera corretta non ci sarà più alcun rischio di distrarsi alla guida e i segni delle dita sullo schermo touch (che per un pignolo come me sono fastidiossimi) saranno un lontano ricordo.
L’impianto audio è un buon Sony dotato anche di Subwoofer nel vano della ruota di scorta e gestisce senza nessun intoppo la musica in streaming presa dal telefono, mentre risulta un po’ scomoda la ricerca delle stazioni radiofoniche che non sono tra le sei in memoria.
Il navigatore invece funziona bene e sfrutta in pieno l’ampiezza dello schermo mostrando sul lato destro, all’approssimarsi della svolta, una riproduzione dell’incrocio, che si rivela parecchio utile.
L’abitacolo è spazioso, specialmente in larghezza e nei materiali si nota un bel passo in avanti in termini qualitativi nonché nel design, massiccio, ma attuale.
Prestazioni
Fuori è sportiva, dentro anche, e sotto? 
Beh con un muso attira sguardi che sembra dire “fate largo sto arrivando e sono affamata di curve”, sotto il cofano non potevano che mettere un motore degno di questo carattere.
Si tratta di un 2.0 EcoBoost, sovralimentato, da 250 cavalli, 345 Nm di coppia disponibili già a 2000 giri, che le regalano un funzionamento molto regolare, con un range di utilizzo in basso quasi da diesel e con l’indicatore di cambiata, il cui parametro è settabile, che suggerisce la marcia superiore a giri ancora bassi, tutto supportato da un cambio a sei marce sempre fluido e ben manovrabile, con la leva rialzata e una corsa delle marce che sulle prima sembra un po’lunga. 
Assetto rigido e ribassato, sospensioni ispirate a quelle delle auto da corsa con boccole rinforzate e gran tenuta di strada: non si avverte praticamente mai il sottosterzo tipico delle trazioni anteriori, anche grazie all’elettronica e al Torque Vectoring Control, una tecnologia che utilizza il sistema frenante per bilanciare costantemente la distribuzione della coppia tra le ruote motrici e adattarla così a tutte le condizioni di guida e al manto stradale, ad esempio: se accelerate in curva il sistema frenerà la ruota interna e sposterà maggiore coppia su quella esterna per garantire così migliore maneggevolezza e precisione.
Come ho detto l’ho provata in tutte le condizioni di utilizzo. 
In città la prontezza del motore aiuta molto nelle partenze. Mentre tutti (ripeto, provare per credere) saranno distratti a guardare l’auto, voi scatterete al semaforo con le orecchie deliziate dal sound, un po’artefatto con l’ormai classico aiuto dalle casse dello stereo. 
La frizione è pesante, ma almeno ci si risparmia qualche squat in palestra, mentre il volante ha un diametro di sterzata molto ridotto rispetto a una Focus tranquilla.
Nessun problema nei parcheggi invece: sensori posteriori ripetuti sullo schermo e retrocamera sono un aiuto preziosissimo. Peccato per l’assenza di quelli anteriori.
La Focus ST però, dà il meglio di sè, fuori città, nel misto e tra le curve. Mentre gli altri automobilisti saranno impegnati a guardarvi, o spaventarsi vedendovi arrivare nello specchietto retrovisore, voi avrete un gran sorriso stampato sulla faccia, anche durante le mattinate in cui sarete in ritardo al lavoro. 
L’auto infila infatti le curve con una gran facilità e sicurezza, incollata alla strada come se si fosse sui binari di una giostra. Non si ha mai la sensazione di perdere il controllo, pregio o difetto a seconda dei punti di vista, e sia il motore, che l’impianto frenante, che lo sterzo sono sempre pronti e diretti, anche se, alla lunga, dopo qualche giro su e giù per i colli bergamaschi, l’impianto frenante ha avvertito un po’ di affaticamento.
Riassumendo: Ssssst! della madre superiora è un lontano ricordo. Focus ST invece regala sorrisi fuori città e attira tanti sguardi. 
Se la sobrietà non fa per voi, la Focus ST è probabilmente l’unica hothatch da prendere in considerazione.
Rigorosamente Tangerine Yellow, che porta un tocco di sole anche nelle giornate più grigie.

Famiglia numerosa? C’è anche in versione wagon. 
Fate tanti km? C’è anche diesel da 185 cv (il portafogli dal benzinaio ringrazierà molto).

Il prezzo? la versione benzina è in promozione a 29.700 euro tutto, ma proprio tutto incluso.
Diverse migliaia di euro in meno rispetto alle concorrenti a parità di optional (c’è anche un bel finanziamento con TAEG 4,82%, quasi una rarità). Mica male.

Decisamente un’auto da garage di The House Of Cars: aggressiva fuori, dentro e sotto pelle, ben rifinita e con tutta la tecnologia che ci si aspetta da una hothatch attuale.

Lo slogan con cui la presenta Ford è: il DNA Focus elevato a potenza. E’ davvero così. SSSST!

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