Moto Guzzi e Airbrush Lake Design: la principessa del restauro

Cosa vi viene in mente con il nome “Arianna”? A me Arianna ricorda un personaggio mitologico greco. L’Arianna che ho incontrato io invece è una delle rare e talentuose restauratrici e filettatrici donna, anche di Moto Guzzi!
Era il 15 Marzo 1921 e a Genova nasceva– no, non Arianna – ma Moto Guzzi, per volere di Emanuele Vittorio Parodi, un armatore ligure, e Carlo Guzzi, suo compagno nella Regia Aviazione. Si decise fin sa subito il simbolo che sarebbe diventato icona del marchio: l’aquila con le ali spiegate, come omaggio all’amico comune Giovanni Ravelli, anch’egli parte dell’Aviazione e morto nel 1919 in un collaudo in volo.
La prima Moto Guzzi fu la Normale, con 8 cavalli di potenza, seguita dalla G.T. nel 1928 divenuta famosa per il raid al Polo Nord e infine l’Airone 250, la media cilindrata più diffusa in Italia. E come dimenticare la Cardellino, la moto più venduta nel nostro paese per oltre un decennio.
Parallelamente Moto Guzzi sviluppò anche un team Squadra Corse che fu tra i primi a scegliere le pinze freno Brembo, e inaugurò un’avvenieristica galleria del vento a Mandello Lario.
Alla fine degli anni’60 arrivò quella che per me è la vera icona Guzzi: il V7, con un bicilindrico a V di 90 gradi, che ancora oggi, anche col passaggio di proprietà al Gruppo Piaggio nel 2004, è cardine della gamma Guzzi.
Arianna Crippa è nata diversi decenni dopo invece, e se l’Arianna greca era una principessa di Creta, innamorata di Teseo, che entrò nel labirinto per uccidere il Minotauro, dando dato all’amato un gomitolo di lana per evitare di perdersi nel labirinto, l’Arianna 2.0 non sarà nobile, ma sempre principessa è. 
Il suo labirinto è il mondo maschile del restauro motociclistico, e il suo filato è la storia che la lega a Moto Guzzi.
La passione di Arianna Crippa per le due ruote arriva da lontano, ma il ricordo è chiaro nella sua mente. Durante una vacanza con i suoi genitori, l’auto su cui viaggiava è stata superata da un gruppo di Moto Guzzi e Arianna è rimasta letteralmente incollata al finestrino, affascinata dalle due ruote. Dall’età di quattordici anni ha guidato moto, per andare all’Istituto d’arte dove si è diplomata. Tuttavia, ha iniziato a lavorare in un ufficio grafico, occupandosi di pagine Web, portando avanti la sua passione per le due ruote in parallelo.
Un giorno, alla ricerca di offerte di lavoro online, ha trovato l’annuncio di uno dei più importanti restauratori di Moto Guzzi, con sede a Mandello del Lario, sul lago di Como, dove Moto Guzzi ha ancora oggi la sede centrale. Tentare paga sempre e Arianna è stata assunta. La sua scuola divenne l’area restauro, in cui Arianna entrò in contatto con le più importanti Moto Guzzi d’epoca, come la “Guzzi Polizia” – restaurò l’esemplare originale usato nel film da Alberto Sordi.
Nel corso degli anni si è specializzata e ha aperto il suo laboratorio di restauro, sulle sponde del Lago di Como – “Airbrush Lake Design”. In soli quattro anni dall’apertura, Arianna è diventata una sorta di caso unico. Non solo disegna e si occupa di kustom, ma è nota anche e sopratutto per il restauro di motociclette (c’è anche il suo zampino nell’Abnormal Cycles di Samuele Reali che trovate sui miei profili).
Presentandomi i suoi lavori sulle Moto Guzzi, Arianna mi ha spiegato l’arte del restauro su una Guzzi del 1968 che ha in laboratorio. “La parte più difficile è proprio quella che viene prima della verniciatura.” Tutto inizia con uno sguardo profondo al modello originale, su un grande libro che riassume tutti i modelli Guzzi, con le specifiche tecniche, la verniciatura e il thread di fabbrica. Successivamente inizia il lavoro di sabbiatura e restauro, per ripristinare forme e imperfezioni estetiche uguali all’originale.
Anche la verniciatura non è facile, perché se la parte principale è realizzata con una pistola, qualsiasi decorazione e filettatura sono fatti da Arianna a mano libera, senza alcun tipo di aiuto. Misure, proporzioni e posizioni sono stati precedentemente studiati con un’attenta analisi di foto e materiali del passato.
Spiegare che cosa fa Arianna, soprattutto per uno che sta muovendo i primi passi in questo ambiente come me, è difficile, così mi sono ritrovato a provare grattare, verniciare e filettare i pezzi di una Guzzi del 1968! Facile? Più a dirsi che a farsi. Ogni parte della verniciatura richiede la sua tecnica e una grande conoscenza di ciò che c’è sotto e come può reagire a eventuali errori o nuove vernici. Filettare è stata per me la cosa più difficile. Dove Arianna è una maestra io posso dire di essere negato. 
Non solo vintage nel labirinto di Arianna, con una Moto Guzzi P250 del 1934 o una T3 del 1982 (quella oro), o la bellissima Bellagio del 2009 che trovate sotto, di proprietà del sindaco di Mandello del Lario!
Arianna 2.0 non ha bisogno di fili di lana per entrare nel labirinto maschile del restauro. Potrebbe non essere una principessa della mitologia greca nel senso classico del termine, e meno male, ma è una vera artista restauratrice, harleysta nell’animo.
Arianna prima o poi torno per la seconda lezione. Sappilo!
 
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