Nuova Discovery Sport: il volto elegante dell’avventura

Se siete amanti dell’avventura la nuova Land Rover Discovery Sport è l’auto che fa per voi. E lo so, sembra quasi uno slogan pubblicitario, ma è anche l’essenza di questa nuova Land. In occasione della sua presentazione presso Iperauto Bergamo ho avuto modo di studiarla e osservarla da vicino per molto tempo. Mi aspettavo un semplice restyling della Discovery Sport precedente, ma sbagliavo. La Discovery Sport 2020 è un suv con forti richiami al passato, ma si da una svecchiata nei punti giusti per rimanere al passo coi tempi e con le mode. Lunga 4,6m , larga 1,89m e alta 1,72 la Discovery Sport ha l’aria di chi sa il fatto suo. Il carattere non le manca di certo. Il nuovo frontale ridisegnato è ora molto più simile alle Range Rover, profuma di premium. Molto bello il taglio dei fari Matrix led , aggressivo al punto giusto, e ben posizionate le prese d’aria che finalmente sono reali e non solo estetiche. La calandra è imponente, come da tradizione, e la scritta Discovery allontana i dubbi dagli osservatori più indecisi.Un frontale ben fatto, non inconfondibile, ma comunque molto piacevole. La vista laterale è meno appagante ma non per questo poco riuscita. La Discovery infatti non riesce a nascondere la sua grandezza, eppure qualche elemento di stile come la pinna vicina al montante posteriore le donano armonia. Inutile negarlo, l’aspetto da furgoncino tuttofare con il posteriore spiovente è rimasto, ma il motivo è chiaro: accogliere fino a 7 posti (5+2) in tutta comodità. Il retro forse è il meno riuscito.Non fraintendetemi, non dico che sia brutto, semplicemente stona un pò con il resto della vettura. Bellissimi i fari, con un gradevole effetto tridimensionale che catapulta questa Discovery Sport nel futuro. Riuscitissima anche l’ampia superficie in vetro e nero lucido che sembra un tutt’uno con la fiancata. Peccato però con l’abbondanza di plastiche nere (anch’esse lucide) che, seppur tanto di moda, non sono così appaganti come si potrebbe immaginare. Ma la vera soluzione che mi fa infuriare sono i finti terminali in plastica. Alcuni giustificano questa scelta in nome delle emissioni, altri puntano il dito verso una moda tanto insensata quanto dilagante.Secondo me, su questa Discovery Sport potevano fare molto meglio. Ne sono certo, perché a ben vedere, sotto queste camuffature, si cela un bellissimo terminale di scarico sdoppiato e rivolto verso il basso che fa tanto offroad. Peccato, ma in fondo l’auto si vive principalmente dall’interno, ed ecco quindi che la Discovery non si fa mancare nulla. Immaginate una postazione di comando simile alle navicelle spaziali che si vedono nei film. Ecco la Discovery è così. Un’infinità di schermi tra cui il Touch Pro intrattengono guidatore e passeggeri comodamente adagiati su sedili morbidi, ben profilati e dalle ottime cuciture. Stona leggermente lo sterzo, un po’ massiccio, ma comunque solido nell’aspetto e nella qualità, impreziosito dai comandi soft touch. Nel complesso tutto è al posto giusto, a schermi spenti continua il trionfo di nero lucido che personalmente gradisco poco, ma è inevitabile avendo appunto numerosi lcd. Piacevoli al tatto e alla vista i dettagli delle modanature in simil fibra di carbonio presenti su plancia e portiere. Non sono da meno i materiali usati sul tunnel centrale, che vedono in alluminio anche la leva del cambio. La vera novità arriva però nella “reggia” posteriore. Eh già, la Discovery dietro è spaziosa e comoda come poche; dimenticatevi qui suv mastodontici con deficit di abitabilità. Tanto spazio per le gambe, e busto che affonda nei soffici sedili in pelle. Non mancano prese USB e regolazioni del clima. 10 e lode. Torno brevemente nelle vesti del guidatore perché ci sono alcuni dettagli che anche i più esigenti apprezzeranno. Tatto, vista e funzionalità sono appagati dai bilancieri degli indicatori di direzione e dei tergicristalli con dettagli in alluminio piacevolissimi.E cosa dire dei tasti a scomparsa per regolare l’inclinazione del fascio luminoso ? Sulla destra, sotto la leva del freno a mano infatti, trovano posto due bottoncini a scomparsa. Una volta premuti fuoriescono e ruotandoli è possibile modificare l’inclinazione del fascio. Sorprende anche il bagaglio, capiente e ben sagomato pronto ad accogliere anche i carichi più ingombranti. Potrei continuare per molto tempo a descrivere i dettagli di questa Discovery Sport, ma il tempo stringe, sappiate solo che numerose sono le chicche e le accortezze a nostra disposizione. Ma veniamo al succo. I motori.La nuova Discovery Sport è costruita sulla nuova piattaforma PTA (Premium Transverse Architecture). Ciò si traduce in un incremento della rigidità strutturale del 13% e a beneficiarne è la qualità della guida, più dinamica e sicura. Ma questa soluzione permette anche alla Discovery di essere equipaggiata con motori Mild Hybrid a 48v. Sotto il cofano infatti troviamo dei 2.0 4 cilindri diesel con potenze di 150, 180 e 240cv tutti con cambio automatico e trazione integrale. Anche sul fronte benzina la cubatura non cambia ma le potenze questa volta vanno da 200 a 249cv. L’ultimo e forse anche meno interessante ma comunque entry le elezioni il 2.0 diesel 150cv con trazione integrale e sprovvisto della tecnologia Mild Hybrid. Voci di corridoio comunicano che a breve arriveranno altre due unità a benzina. Un tre cilindri anch’esso Mild Hybrid e un poderoso V6 da circa 400cv. Staremo a vedere, in Land Rover non sono nuovi a tali sorprese. Una cosa è certa. Molti avranno nostalgia di un V6 diesel, forse il più adatto alla mole della vettura, ma i tempi cambiano, e forse il 2.0 249cv ha qualche asso nella manica che non farà sentire la mancanza del fratello maggiore. La Discovery Sport risponde presente anche alla voce offroad, e non potrebbe essere altrimenti considerando il passato glorioso che ha alle spalle. Regolazioni di guida pressocchè infinite le permettono di raggiungere anche le destinazioni più impervie. Merito dell’elettronica con alle spalle il formidabile Terrain Response e di un telaio pensato per affrontare anche gli ostacoli più impegnativi. Fantascientifico quanto utile il Clear Sight Ground View che grazie alle telecamere poste su griglia anteriore e specchietti proietta in tempo reale le immagini circostanti sul grande display centrale. In Land Rover sanno bene che non c’è avventura senza pericolo ed ecco allora che la Discovery Sport sfoggia una lunga lista di ausili elettronici. L’Active Driveline, che ha il compito di ripartire la coppia motrice in base alle condizioni di guida. L’Adaptive Dynamics che regola le sospensioni a smorzamento elettronico in base alle necessita, e il Driveline Disconnect che in condizioni di marcia regolare e costante disattiva la trazione posteriore per ridurre i consumi. La Discovery Sport mette anche a disposizione dei più esigenti un controllo remoto tramite smartphone. Con l’App Remote è infatti possibile conoscere lo stato del veicolo e preriscaldare o raffreddare gli interni. Ma tutto ha un prezzo, alto in questo caso ma giustificato dall’esclusività del prodotto. Si parte da 39 mila euro della versione base a 2 ruote motrici e si sfiorano i 66 con un 2.0 180cv full optional con allestimento R-Dynamic come quello esposto qui a Iperauto.Insomma a questa Discovery non manca proprio nulla. Potrei stare ore a descrivervi optional e particolarità ma è il momento di salutarci. A noi di THOC questo suv pronto all’avventura è piaciuto molto. La Discovery incarna perfettamente lo spirito Land Rover più di quando non facciano altre vetture del brand. È comoda, veloce e non si tira mai indietro di fronte a nessun ostacolo.Definirla suv è quasi riduttivo, ha tante doti e immense potenzialità. Ecco perché pur non gradendo alcuni particolari è una vettura che apprezzo e che non vedo l’ora di provare. Speriamo quindi che questo con la Discovery sia solo un arrivederci in attesa di un test drive completo in cui finalmente potrà scarrozzarci alla ricerca della prossima avventura. 

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