70 years Land Rover: sui luoghi simbolo della sua storia con un solo pieno!

1948-2018. 70 anni. 2 giorni. 565 miglia (909 km per gli europei). 49.9 litri di carburante. 18,2 km/lt la media.
Non sto dando i numeri, anzi li sto dando, e sono quelli del viaggio #EvoqueBay2Bay che vi ho raccontato sui social qualche tempo fa. Un test drive unico ed esclusivo, della Range Rover Evoque, attraverso i luoghi simbolo della storia di uno dei produttori di fuoristrada più famosi al mondo, Land Rover.

Era il 1947, con la Seconda Guerra Mondiale appena lasciata alle spalle e una gran voglia di ricostruire. In una grande baia nel Galles del Nord, Red Wharf Bay, ad Anglesey, il fratello di Spencer Wilks, AD di Rover, Maurice Wilks, disegnò sulla sabbia con un dito quella che secondo lui poteva essere la Rover in versione fuoristrada. Quella adatta a terreni scivolosi, umidi, in salita o discesa, come i pascoli gallesi tutto verde e puntini bianchi.
La sagoma, anzi lo sketch per dirla all’inglese, venne disegnata sulla sabbia della baia. Era la nascita, figurata, di quella che è conosciuta come “Series One”, il primo modello di Rover per andare fuoristrada, l’antenata del Defender, la cui produzione è terminata un anno e mezzo fa, dopo quasi 70 anni di onorata carriera.


Dalla baia è partito il mio viaggio alla scoperta della storia Land Rover, non con la mitica Defender, ma con la best seller di casa Land Rover, la stilosa, ma con dna fuoristradistico intatto, Range Rover Evoque, che passerà il testimone alla nuova versione a fine mese.
Versione entry-level, arricchita di molti optional, 2.0 diesel da 150 cavalli e cambio manuale, il motore Ingenium con basamento in alluminio introdotto con il restyling.

Obiettivo? Coprire le 565 miglia attraverso i landmarks della casa inglese con un solo pieno.
Come avevo anticipato, non ero solo. Con me il giornalista inglese specializzato in prove di consumo, Simon Harris, abituato a guidare dalla parte sbagliata della strada.

DAY 1
Ore 7.00 am. La mezzaluna di Red Wharf Bay si trova nella penisola di Angelsey, nel nord del Galles, collegata alla terraferma da due ponti. E’ una baia enorme, nella quale il mare in condizioni di bassa marea si ritira fino a lasciare kilometri di sabbia dietro di sé. Non poteva che essere qui la partenza, accompagnati dal garrito dei gabbiani in una mattina di piena estate e da un gran vento freddo che fende le coste gallesi.
Ho cercato di immedesimarmi in Maurice Wilks e fare il mio sketch sulla sabbia della Evoque, un’auto con una linea personale come poche che ha cambiato radicalmente l’immagine del brand inglese, con le sue linee aggressive e tese, il tetto discendente verso la coda e i grandi cerchi in lega.
Evidentemente, il disegno non è il mio forte. Quindi meglio concentrarsi sulla mission impossible!

Il secondo luogo simbolo da toccare secondo l’itinerario era la fabbrica di Halewood, alle porte di Liverpool, dove attualmente viene prodotta la Evoque,anche in versione cabrio, insieme alla Discovery Sport. Per arrivarci ci attendeva un viaggio di circa 200km attraverso il Galles e la parte occidentale della gran Bretagna, attraversando lo Snowdonia National Park, con tanto verde e tanti puntini bianchi, le pecore che puntuali danno il buongiorno e non è raro trovarsi in mezzo alla strada.
Ho lasciato il volante a Simon Harris e deciso di studiare gli interni della Evoque. Innanzitutto, in movimento, si apprezza la silenziosità di marcia tanto che pare di avere sotto al cofano un motore a benzina. Nessun rumore, ma proprio nessuno, e zero vibrazioni anche a freddo, merito del nuovo motore Ingenium e dell’insonorizzazione molto curata.
C’è poi la qualità degli interni. Impeccabili le finiture, anche nei punti più nascosti. Bella la similpelle che riveste la fascia centrale della plancia e le porte, di ottima qualità, così come l’impianto audio Meridian e il feedback che danno manopole e comandi quando azionati.+

Un po’ sottotono, il sistema multimediale, che pur essendo reattivo ha una grafica poco accattivante e ci ha messo qualche minuto a trovare lo smartphone.
In ogni caso, se il design fuori è riuscito, gli interni non sono da meno, complice lo zampino della stilista Victoria Beckham. Anche con i sedili in pelle nera e l’abitacolo in cui dominano colori scuri, la luce non manca, grazie al grande tetto panoramico in vetro, optional indispensabile.

Lo Snowdonia National Park è uno dei parchi più grandi del Regno Unito. A cavallo tra Galles e Inghilterra, ospita la seconda catena montuosa più alta del paese, 1085 mt, raggiungibile attraverso un passo con una strada stretta e ricca di curve che mette alla prova tenuta e assetto della Evoque, senza strafare però, perché non possiamo perdere di vista la nostra missione: tagliare il traguardo con un solo pieno.
La Range si comporta bene, è sempre stabile, non dondola e ha un assetto quasi sportivo, anche con le gomme da 18 pollici della prova.
In Galles c’è un detto: “ci sono più pecore che abitanti” ed effettivamente l’impressione è proprio questa. Il verde intenso e scuro delle ordinate colline e montagne gallesi è interrotto da puntini bianchi che brucano l’erba e possono scorrazzare liberamente, trovandosi spesso anche in mezzo alla strada. Una bella occasione per testare i freni della Evoque, pronti anche dopo un utilizzo intenso.

Nel primo pomeriggio, con consumi rilevati incoraggianti e una pioggia e cielo grigio che non ci hanno quasi mai abbandonato, arriviamo ad Halewood dove ci attende una visita per apprendere le curiosità dello stabilimento da cui è uscita la Evoque della nostra prova.
Che la Evoque piaccia è fuori discussione e infatti l’anno scorso ne sono state prodotte 170.000, in tre turni di lavoro su 5 giorni, su due/tre linee produttive a seconda delle esigenze.
Da Halewood esce una Evoque ogni 85 secondi come mi ha raccontato il Direttore durante il tour.
Questi sono i numeri di un successo che, anche a sei anni dal lancio, non accenna a diminuire, tanto che accanto alla Defender, simbolo offroad, la Evoque si è ritagliata lo spazio di regina del “Travel and Leisure”, la comodità del viaggio, con stile, richiestissima anche da usata.

E’ ora di rimettersi alla guida e parte della giornata prosegue in direzione Scozia, attraversando un altro parco nazionale inglese – sono 15. Questa volta è il mio turno al volante, non smetterò mai di ripeterlo, dalla parte sbagliata della carreggiata :-).

Credo sia stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, sia per quanto riguarda lo stare al centro della corsia, sia, e sopratutto, per quanto riguarda incroci e rotonde. Fare una rotonda “al contrario”, con le dovute precedenze è la cosa più difficile in assoluto.
Un vero supplizio, lo ammetto, che ha fatto sembrare molto molto semplice cambiare con la mano sinistra e trovarsi la quinta marcia vicino al corpo. A fine giornata avevo il gomito sinistro dolorante per la fatica.

Anche alla guida attraverso lo scenario mozzafiato del Lake District, il più grande parco inglese che mi ha ricordato l’ambientazione dei romanzi di Ken Follett o foreste alla Robin Hood, la Evoque conferma le impressione che mi aveva dato da passeggero.
Difficoltà da guida inglese a parte, è una vettura che si guida come una berlina, incollata alla strada, con degli specchietti enormi che fanno da contraltare al lunotto dietro piccolissimo, e un cambio manuale con una leva corta, innesti corti e sempre precisi.
L’auto monta l’head-up display, optional, che ripete velocità e indicazioni del navi, non sempre intuitive – non riporta il numero dell’uscita della rotonda da imboccare .

Lasciato alle spalle il Lake District, uno dei must visit se vi capiterà un viaggio on the road fuori “dalla solita Londra”, mi cimento anche nella guida in autostrada dove il limite di 110 km/h – rispettato da tutti, gli inglesi sono disciplinatissimi alla guida – aiuta nei consumi, che date le mie difficoltà iniziali nell’adattarmi sono peggiorati.
La fine della prima, lunga giornata di #EvoqueBay2Bay è sul confine scozzese. Mancano ancora 364 km al traguardo finale sull’isola scozzese di Islay. Il computer di bordo è pessimista ma….il navigatore calcola come chilometri ancora da percorrere alla guida anche quelli da fare a bordo del traghetto!

DAY 2
Il giorno precedente è stato effettivamente lungo, nonché duro. Durante gli oltre 500 km ho apprezzato la comodità di viaggiare sulla Evoque. I sedili, contenitivi e con un bel disegno, si sono rivelati comodi e con un’infinità di regolazioni elettriche per trovare la posizione più confortevole.
Si riparte, con una certa preoccupazione. Quella di non farcela ad arrivare nell’altro luogo simbolo della storia Land Rover, con un pieno.

La nota positiva è che per la prima parte della giornata si attraverserà la parte sud della Scozia, in autostrada e con poco traffico. I consumi, nell’ordine dei 5.5  sono buoni per un’auto che non fa dell’aerodinamica uno dei suoi punti di forza.
Il paesaggio questa volta è completamente diverso. Basse colline, di un verde più acceso rispetto al Galles. Attraversiamo dopo un lungo trasferimento autostradale, il Trossachs Loch Lomond National Park, con una delle montagne più alte del Regno Unito, dove nevica un paio di volte l’anno, e l’unica strada dalla quale si accede alla penisola scozzese che porta al porto dal quale ci si imbarca per le isole Ebridi.

Il mare d’Irlanda, scuro e freddo come un brutto presagio, si infila tra le coste per 80 km. Allevamenti di salmoni, foreste, piccoli borghi di mare con case colorate, porticcioli pieni di barche a vela ormeggiate e grandi castelli in pietra scura con tenute sterminate, sono la caratteristica di quest’ultima parte del viaggio.

Per il sole che se ne va nuovamente, insieme alla ricezione telefonica praticamente inesistente in Scozia, torna il sereno all’interno della Evoque. Il tratto autostradale ha migliorato parecchio l’autonomia.
Giungiamo all’imbarco con un certo anticipo e 40km di autonomia residua. La traversata in traghetto, per raggiungere le isole Ebridi è piuttosto lunga; dura un paio di ore e le condizioni meteo non sono affatto buone. Il mare si fa burrascoso, il cielo buio ed inizia a piovere tanto che l’orizzonte da seduto è tutt’altro che una linea fissa (e vi risparmio quanto sono stato male volendo fare il pirla tipo Titanic sulla prua della nave!

Dopo una movimentata traversata alle 8.15 pm sbarchiamo sull’isola di Islay, la più grande dell’arcipelago delle Ebridi, nota per la produzione di Whiskey.
Si riparte, alla ricerca di Laggan Bay, l’ultimo luogo simbolo del nostro #EvoqueBay2Bay. 9 km di guida residua e 40 di autonomia. Sembra fatta, non fosse che per trovare l’accesso alla baia, dobbiamo girare parecchio.
Sotto una pioggia battente, dopo un tratto di fuoristrada fangoso, dove la Evoque si è dimostrata all’altezza della sua antenata in quanto a doti fuoristradistiche….WE DID IT!!
909 km dopo, con un consumo medio di 5.5 litri su 100 chilometri, siamo arrivati nel luogo nel quale è nato il nome Land Rover. Quale miglior modo per celebrare i 70 anni Land Rover!

In questo luogo, su questo terreno, pochi mesi dopo lo sketch sulla sabbia da cui siamo partiti, i primi prototipi dei fuoristrada inglesi venivano testati.
Wilks, possedeva la tenuta Laggan. Mentre era impegnato a guidare la sua Rover 12 modificata per il fuoristrada, il guardiano della tenuta, colpito dall’agilità e robustezza del prototipo esclamò: “IT’S A LAND ROVER!”, dove Rover, all’epoca marchio di lusso britannico che significava esplorazione e movimento, veniva accostato al termine Land, terra. La Rover per tutti i terreni.
Presentata nel 1948, la Series I, ormai nota come Defender, raddoppiò in breve tempo le vendite del marchio Rover.
A Red Wharf Bay è nato lo sketch, a Laggan Bay, il traguardo di #EvoqueBay2Bay, il nome Land Rover.
909 km con un pieno, esplorando tre paesi con panorami da sogno e 70 anni di storia, con un’auto che a me piace tantissimo, la best seller Range Rover Evoque.

“It’s (a) Land Rover”. E a breve verrà presentata la nuova generazione di Evoque. #StayTuned!

Galleria

2 Risposte a “70 years Land Rover: sui luoghi simbolo della sua storia con un solo pieno!”

  1. Antonio Mastropasqua dice: Rispondi

    dire che l’articolo e’ adeguato e’ riduttivo ! dire che la vettura e’ meravigliosa e’ altrettanto riduttivo !! Sono oltremodo orgoglioso di aver lavorato per Land Rover ……….i migliori anni

    1. Grazie Antonio per i tuoi complimenti! Anche io sono innamorato della Evoque se non si fosse capito!! E ora scrivo l’articolo sulla nuova che mi sono studiato per bene stanotte…non perdertelo!

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