#Test AUDI A4 ALLROAD: libertà in movimento

Si dice che il primo amore non si scorda mai. Questa frase vale anche per un appassionato di auto e la sua prima vettura? Secondo me sì, e io, la mia prima auto, me la ricordo ancora bene. Per questo ho voluto iniziare il mio nuovo test drive da Bergamo Alta, dove l’edera che cresce sulla mura viene curata in modo da formare diversi disegni, tra cui un grande cuore.

La mia prima auto da diciannovenne è stata la nonna di questa Audi A4 Allroad oggetto della prova, la seconda generazione dell’Audi A4, che “ereditai” da mio padre. 

2.5 TDI quattro. In famiglia la chiamavamo “trattore” perché era quasi indistruttibile. L’ho tenuta fino alla bellezza di 313.000 km, e andava ancora da dio. Interni in pelle come nuovi, motore con ancora tanta spinta e buone doti di trazione sulla neve. 
Aveva però un difetto. Viaggiando spesso in montagna, nel fuoristrada leggero, i braccini delle sospensioni tendevano a danneggiarsi troppo frequentemente.
9 anni dopo la mia separazione dal “trattore”, grazie ad Audi Bonaldi, sono ritornato alla guida di un’Audi A4, non la versione “normale”, ma la nuovissima Audi A4 Allroad, che ai tempi della mia non esisteva. 
Rialzata di 34mm rispetto alla normale, bordi in plastica nera attorno ai passaruota e protezioni in alluminio nella parte inferiore di muso e coda, ne danno una caratterizzazione off-road, insieme ai listelli verticali cromati nella calandra single frame e i bei cerchi da 18 pollici – optional – su gomme M+S. La presenza scenica c’è eccome, anche con l’altezza maggiorata non certo da S-Line.
Oltre a una bella caratterizzazione estetica, molto d’impatto, c’è anche tanta tecnologia, che le permette di districarsi su tutti i terreni: trazione integrale Quattro di serie, una garanzia sui terreni a scarsa aderenza, e una modalità di guida dedicata, chiamata “off-road”.

Sulla carta questa nuova Audi A4 Allroad sembra avere tutto quello che mancava alla mia amata per essere perfetta, ossia le doti fuoristradistiche. Perciò ho deciso di metterla alla prova su tutti i terreni dove un’auto da famiglia come questa, dovrebbe destreggiarsi. Riuscirà a farmi innamorare nuovamente?

Città
Se vogliamo questo è il terreno più difficile, almeno in teoria. E’ lunga 475 cm, larga 184 cm e dal lunotto posteriore, molto inclinato per dare slancio alla carrozzeria, si vede davvero poco, una concessione stilistica che alleggerisce la linea e le dà maggiore sportività.
Questa Audi A4 Allroad però, anche alla guida come alla vista, pare più piccola di quello che è in realtà.
Sotto il cofano ha un 3.0 TDI da 218 cavalli, il diesel intermedio della gamma, insieme al 2.0 TDI da 190 cv e al 3.0 da 272, abbinato al cambio automatico S-Tronic, uno dei migliori in circolazione.
Erogazione fluida, cambiate rapide quanto dolci e tanta tecnologia la rendono facile da maneggiare.

Proprio la tecnologia è il denominatore di questa Audi A4 Allroad su tutti i terreni.

Tramite l’Audi Drive Select con un tocco dei tasti a bilanciere sotto i comandi del clima trizona, si possono selezionare 6 programmi di guida: Auto, Comfort, Efficiency, Dynamic, Offroad e Individual, ognuno dei quali modifica sterzo, erogazione del motore, cambiate e regolazione degli ammortizzatori attivi – optional di cui quella della prova era dotata.
Ho iniziato con la prova in città nella modalità Efficiency, per ridurre i consumi. Al pari della modalità Auto, secondo me, smorza fin troppo le doti del motore, sempre silenzioso e privo di vibrazioni tanto che non sembra proprio di essere su un diesel.
Ho trovato invece azzeccato per la città, il programma Comfort. Motore pronto, allungo notevole, sterzo morbido ma diretto e grande assorbimento del pavé, terreno della prova in Città Alta. Tutto viene filtrato al punto che sembra di “camminare” su un tappeto elastico.
Quello che fa davvero la differenza in città sono i sistemi di assistenza alla guida di cui è dotata questa Allroad, di serie o a pagamento.
Partiamo dall’Audi Pre Sense, di serie quello base, che vanta una una telecamera posta dietro allo specchietto sul parabrezza anteriore. Legge la strada e può riconoscere ostacoli in movimento, anche pedoni, avvisare il conducente tramite un suono e se necessario azionare i freni automaticamente. Vi assicuro, in una tutt’altro deserta Bergamo alta ad agosto, si è rivelato un efficace e prezioso aiuto.
Ha riconosciuto, due pedoni scesi improvvisamente da un marciapiede, avvisando, e un motociclista che faceva lo slalom tra le auto in ripartenza dopo un semaforo rosso. In questo caso ha anche frenato, rilevando una distanza troppo ridotta.
Altro aiuto importante, che vorrei su tutte le auto, l’Audi Side Assit, più semplicemente il sensore posto negli specchietti retrovisori, che vi avvisa della presenza di un’auto o moto nell’angolo cieco.
Nelle manovre invece aiutano i sensori di parcheggio, anteriori e posteriori, con retrocamera – optional che non dà un’immagine molto nitida.
Di grande aiuto sono invece i sensori di parcheggio posteriori che in retromarcia avvisano del sopraggiungere di un ostacolo in movimento e il lato dal quale proviene.

E’ lunga, larga e sacrifica la visibilità posteriore in favore dello stile, però, grazie alla tecnologia, in città si guida con grande facilità e scioltezza e per ridurrei i consumi ha uno Start/Stop fulmineo.

Campagna
Per la prova in campagna mi sono diretto nella bassa bergamasca, nella zona di Treviglio, dove c’è uno show-room Audi Bonaldi. Qui, tra un leggero off-road nelle campagne di Caravaggio, il castello medievale visconteo di Pagazzano e il villaggio operaio di Crespi d’Adda ho avuto modo di apprezzare altre doti di questa nuova Allroad.
Dirigendomi verso la pianura mi sono praticamente innamorato della user experience che offre il sistema multimediale Audi.
Nella versione della prova era dotata del del sistema top di gamma, MMI Plus, con schermo da 7 pollici, abbinato all’Audi Virtual Cokpit, da 12.3″.
Fanno un figurone, non solo per la grafica, bella, la definizione altissima e l’infinità di funzioni, ma per la facilità d’uso.
Tutto è dove ci si aspetta. L’MMI si comanda o tramite i comandi vocali, che si azionano dal volante, o tramite i quattro tasti a bilanciere e una rotella che funge anche da tab per inserire manualmente gli indirizzi disegnandovi sopra le lettere con un dito.
Il Virtual Cockpit invece si comanda tramite i tasti sulla sinistra del volante. Si può passare dal computer di bordo con assistenza alla guida, alla radio, al telefono al navigatore, scegliendone la grandezza e il livello di zoom, il tutto senza mai distrarsi e staccare le mani dal volante.
Nel giro di pochi chilometri saprete già dove trovare tutti i comandi e le funzioni che desiderate.

Il navigatore funziona bene, ha una grafica 3D e grazie al Virtual Cockpit, optional senza cui non posso più stare dopo averlo provato, sbagliare la svolta – a me capita spesso – diventa quasi impossibile.

I sedili sono comodi, anche se un po’ duri e la qualità degli interni è elevata. Accoppiamenti impeccabili, anche tra materiali diversi che vanno dall’alluminio eclipse, bellissimo, alla pelle, al simil legno nero sulla consolle centrale. Un ambiente quasi sportivo, oltre che moderno.

Il tragitto in campagna è anche l’occasione per familiarizzare con la modalità off-road, su uno sterrato leggero con qualche pozza e fango. In questa modalità la potenza viene erogata più dolcemente e il motore arriva a raggiungere giri più alti, facendosi sentire di più.

Altra chicca sta nel pacchetto luci, che regala un’illuminazione a led soffusa nell’abitacolo, che cambia colore in base alla modalità di guida selezionata. Un figurone che contribuisce ad alzare ancora l’asticella della cura costruttiva nei dettagli e che fa pensare, insieme alla tecnologia, di trovarsi su un’ammiraglia.
Montagna
Finito il tour il campagna è tempo di portare la nuova Audi A4 Allroad in montagna, su un terreno più impegnativo. 
Durante il viaggio verso i Piani dell’Avaro, un altopiano a circa 1800mt in alta Valle Brembana, ho deciso di provare, all’inizio di salite, curve e tornanti, la modalità Dynamic. Maggiore coppia, cambiate più rapide, ammortizzatori più rigidi e sterzo più incisivo e diretto.
Alzando il ritmo, e di conseguenza i consumi, oltre all’animo molto confortevole espresso finora, l’Audi A4 Allroad mi fa conoscere il suo lato più sportivo, assecondato dal motore che, secondo me, è la scelta migliore per questo modello.
Tanta spinta, e cambiate perfette, la rendono agile e veloce, anche in uscita di curva. Non si scompone mai, al massimo alleggerisce, poco, il posteriore nelle frenate più decise, ma fa divertire, con un Virtual Cockpit che mostra curve e tornanti con tanto di altimetro.

Sono salito in montagna di sera, per essere pronto la mattina presto a darmi all’off-road. Durante il tragitto notturno, oltre all’illuminazione a led che vi ho raccontato sopra, mi sono invaghito di un altro optional di questa Audi A4 Allroad: i fari LED Audi Matrix, in breve, un muro di luce davanti all’auto, in grado di illuminare la montagna – provare per credere – e di abbassare automaticamente la parte di matrice che rischia di accecare l’auto che viene dal senso di marcia opposto, per poi rialzarla appena è passata.

Nell’off-road, su una strada di pietre, buche, pozze e pendenze impegnative, la modalità Off-road garantisce sempre una gran trazione, anche nelle ripartenze in salita. Nessuna incertezza, slittamento di qualche ruota, nulla di nulla. L’auto si muove senza difficoltà e supera tutti gli ostacoli, con le dovute cautele ovviamente.
E’ costosa, non tanto nel prezzo di partenza (51.900 euro) ma negli optional senza alcuni dei quali non potrò più stare.
Un dettaglio mi ha lasciato perplesso: i listelli in plastica sotto le porte, me li sarei aspetti in alluminio vero come quelli frontali e posteriori.

Fatto sta che se penso a un’auto adatta a tutti gli usi, che conceda più di qualche libertà rispetto all’asfalto, ai non amanti dei Suv, più pesanti e meno agili, penso a lei, con questo motore e questi optional, la trazione integrale Quattro di serie, così come l’Audi Drive Select che con un tocco cambia indole della vettura.
Mi ha riportato alla mente la mia prima amata Audi A4 “trattore”? Sì, aggiungendo a motore e qualità costruttiva, tanta tecnologia, che fa innamorare un patito dei dettagli come me, oltre a quei pochi cm da terra e alle protezioni attorno alla carrozzeria che fanno la differenza in off-road.

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