PROVA | SsangYong Rexton: enormemente buono

E’ la mia prova che più ha fatto discutere sui social; la più difficile da indovinare dai dettagli e quella che meno ci si sarebbe aspettati…eppure? E’ una delle macchine che più mi ha stupito l’anno scorso.
La SsangYong Rexton, una macchina che fa dell’aggettivo ENORME la sua firma. Dalle dimensioni, alla comodità; dalle dotazioni, alle capacità in fuoristrada. Eh sì! Perché la Rexton non è uno di quei SUV da città solo per fare scena, ma è una delle poche auto rimaste (si contano sulle dita di una mano) col telaio a longheroni!

Visto è la prima SsangYong che provo, faccio un piccolo accenno sulla storia del marchio. Il nome SsangYong in coreano significa “Due dragoni”, e infatti il logo rappresenta due dragoni che si abbracciano (ok, ci vuole un po’ di fantasia per vederli).
Inoltre, SsangYong è il costruttore coreano più antico e l’unico specialista nel produrre 4×4. Fa parte del gruppo indiano Mahindra, adotta alcune componenti di derivazione Mercedes e…sta investendo tantissimo per rinnovare la brand identity, alzare la qualità e rendersi più personale, collaborando persino con Pininfarina.
Insomma, sulla carta sembrano avere le intenzioni chiarissime, e, ho voluto provarla proprio per capire se effettivamente ci stiano riuscendo…(spoiler) la risposta è: “CAVOLO Sì!”.

DESIGN
La nuova Ssangyong Rexton, rinnovata nel 2017 è…ENORME, e la cosa che mi è piaciuta, è che non fa assolutamente nulla per dissimulare le sue dimensioni, anzi…ne va fiera.
Il muso – per la Rexton la parola frontale non rende – è altissimo; della serie che è alto come una Fiat Seicento, e arriva fino a metà lunotto di una Golf, ovvero: fa ombra alle altre macchine mentre vi trovate nel traffico.

Il design della nuova Rexton cambia radicalmente rispetto alla generazione precedente. E’ piuttosto semplice, eppure personale, con una mascherina sottile ai cui lati ci sono i grandi fari bixeno a 25W, luci diurne a LED, indicatori di direzione a Led, fendinebbia a Led, insomma tutto a LED; e poi ci sono tante cromature in vero alluminio e cromo (pure sul giro porta) usate sapientemente, alternate al nero lucido, anche nella parte bassa del paraurti – qui forse avrei preferito qualche protezione in più.

Il cofano è piatto e si raccorda a degli specchietti ENORMI, con dei passaruota ENORMI, e delle ruote…un po’ meno enormi, per la versione Dream della prova, quella intermedia. I cerchi per questo allestimento sono da 18”, con taglio diamantato, montati su ruote 225/60 – una spalla altissima, perfetta per il fuoristrada impegnativo – anche se io opterei per i cerchi da 20” cromati, che snelliscono un po’ la fiancata, soprattutto nella parte posteriore, che risulta un po’ tozza.

Il montante è molto massiccio e dà un’impressione di ENORME solidità, mentre il posteriore è decisamente classico, con i fari Full LED a sviluppo orizzontale, che si allungano sull’ENORME portellone, che dà accesso a un baule, ENORME, di 820 litri, 1977 a sedili giù. La soglia di carico però è abbastanza alta e volendo si possono avere 7 posti.
La SsangYong Rexton in realtà, non è poi così enorme come sembra, perché è lunga 4,85 metri, larga 1,92 e alta come me, 1,82.

INTERNI
Sulla nuova Ssangyong Rexton, non è ENORME, solo lo spazio interno, ma anche la qualità in rapporto al prezzo.
Il design degli interni è opera di Pininfarina, e, devo ammettere, che si vede. Partiamo dal posto di guida: enormemente comodo, anche con i sedili a regolazione manuale.
Ovviamente si sta seduti molto in alto e la visuale è ottima, il volante, grande e con tanti comandi intuitivi, con tanto di corona riscaldabile, mentre il cruscotto è davvero ben fatto, con due quadranti a lancetta circolari, e nel mezzo uno schermo a colori TFT da ben 7”, con tantissime informazioni e menu, che riassumono i dati, nella parte alta. Si ha sotto controllo tutto e devo dire che anche la grafica è molto curata e appagante.

Le bocchette sono verticali e cromate e incorniciano lo schermo del sistema multimediale, touch screen da 9,2”, con il giusto numero di tasti per richiamare i menu, che in realtà non sono molti e servono praticamente solo per musica e navigatore (di serie), con compatibilità con Apple Car Play e Android Auto – devo dire che, fino ad ora, è la prima auto che mi fa partire Android Auto senza problemi.
Il sistema è molto fluido e ci sono due informazioni che ho trovato utilissime: la lettura dei limiti, che esce cerchiata di rosso nella parte bassa, con accanto la velocità attuale, che cambia colore da verde, ad arancione a rosso a seconda del superamento – utile, anche se non molto preciso rispetto a quello che indica il tachimetro – e soprattutto, l’indicazione degli autovelox, con calcolo della velocità media tra un tutor e l’altro: utilissimo!
Devo però ammettere che la grafica del navigatore, di giorno, assume dei colori un po’ sparati, quasi da cartone animato, e non sempre ha trovato gli indirizzi gli indirizzi.

Al di sotto troviamo i comandi del clima automatico bizona, completissimi e belli grandi, con due display per guidatore e passeggero.
Vorrei però mettere un accento sulla qualità degli interni della SsangYong Rexton. I sedili sono in pelle totale, ripresa anche sul tunnel centrale e su tutta la porta. Molto comodi, grandi, riscaldabili – cuociono – e ventilati, davanti, “solo” riscaldati dietro.
Ci sono poi delle finiture in simil legno grigio, riprese sul cambio e sul lato del tunnel centrale, con tanto di cuciture a vista, anche nelle zone nascoste, mentre il feedback dei comandi dà una bella sensazione di solidità, merito anche dei materiali curati e delle plastiche ben assemblate. Sono sincero, non me lo sarei aspettato.

L’illuminazione è tutta a LED e c’è un’illuminazione d’ambiente sul lato passeggero e nelle porte, un po’ fioca, e complicata da attivare – il comando è sulla plafoniera).
E poi dietro c’è tanto di quello spazio, con i sedili che hanno l’inclinazione dello schienale regolabile, le bocchette d’areazione davvero curate e persino una presa di corrente da 220V che può ricaricare un PC. In breve: dietro stavo comodissimo e riuscivo pure ad accavallare le gambe. La Rexton è una delle poche auto in cui mi piace stare seduto dietro!

SU STRADA
La nuova Ssangyong Rexton perde il motore 2,7 cc di origine Mercedes, in favore di un nuovo motore diesel sviluppato completamente in house da Mahindra, di 2,2 centimetri cubi di cilindrata, 181 cavalli e ben 420 nm di coppia, mentre il cambio automatico – volendo c’è manuale sulla trazione anteriore – è di origine Mercedes, e, pur essendo un convertitore di coppia, è molto fluido, va davvero bene, e limita molto l’effetto aspirapolvere di questo tipo di questi cambi.

Il motore della Rexton, poi, mi ha stupito molto piacevolmente per l’assenza di vibrazioni anche a freddo, la silenziosità di marcia, e l’insonorizzazione davvero molto curata, tanto che a volte sembrava di avere sotto al cofano un benzina, con doti di allungo davvero sorprendenti, data la mole di oltre due tonnellate.

Il comparto sospensioni è raffinato. Troviamo una sospensione anteriore a quadrilatero basso, che privilegia il grip in velocità, e un Multilink a ben 10 bracci al posteriore. La stabilità su strada in effetti ringrazia; il rollio non è accentuato come ci si aspetterebbe.
Tuttavia lo sterzo ad asservimento idraulico in funzione della velocità – come si usava sulle fuoristrada – è molto demoltiplicato e penalizza l’handling avendo troppo gioco ed essendo abbastanza impreciso, privilegiando l’uso in fuoristrada. Da questo punto di vista mi sarei aspettato qualche miglioramento in più.


La Rexton in condizioni normali scarica la potenza solo sulle ruote posteriori, mentre l’inserimento della trazione integrale è manuale, tramite un rotore dietro al cambio – che tra l’altro ha una finitura a taglio diamantato che fa molto Volvo.
Agendo sul selettore si possono selezionare la trazione integrale con differenziale autobloccante 50:50, e le marce ridotte. Volendo c’è anche la taratura del cambio su Winter per aiutare nelle ripartenze sulla neve.

Come va off-road? Davvero bene. L’ho provata prevalentemente su una strada innevata con gomme M+S e su ghiaccio e devo dire che la Rexton procede senza mai mettere in difficoltà, e anche le ripartenze in salita sulla neve e la guida su superfici scivolose non sono affatto un problema, anzi.

Un peso non indifferente, il telaio a longheroni chiusi, un corpo vettura appoggiato sopra e un cambio di vecchia concezione, presentano il conto alla voce consumi. Se in pianura si riesce a stare attorno agli 11 km al litro – non c’è lo Start&Stop – tra le curve e in montagna i consumi sono sempre sotto ai 10 al litro.

La nuova Rexton è un ENORME fuoristrada. Comodissima, spaziosa, ben fatta, senza fronzoli e con una ricca dotazione, che ha una sola lacuna: la mancanza del sensore angolo cieco e del cruise control addattivo, mentre sono di serie l’avviso di abbandono della corsia, il radar anticollisione, la retrocamera, i senori anteriori e posteriori, con Rear Cross Traffic Alert.

Ero un fan della vecchia Rexton come mezzo di lavoro e questa nuova, è cresciuta tantissimo in qualità, e, ovviamente, è cresciuto anche il prezzo – secondo me corretto. Si va dai 35.900 euro, ai 45.900 della top di gamma.
Quella in prova, Rexton eXdi220 4WD Automatica Dream, costa 42.900 euro, di listino. A molti sembrerà uno sproposito perché SsanYong non ha ancora una brand idenity così elevata, ma va considerato che le vecchie Rexton erano dei muli in fatto di affidabilità. E va detto come a parità di listino con le concorrenti – Land Cruiser, Pajero e Wrangler – il prezzo sia a conti fatti più basso di 10.000-15.000 euro.

Sì ok, lo ammetto. Mi è enormemente piaciuta. Essendo da uno a cui piacciono le coupé, guidare in basso e disteso, devo riconoscere che la comodità della Rexton, mi manca.

La metterei nel garage di The House Of Cars? Sì!

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